Spesso durante le mie lezioni mi sento chiedere pareri sui tappetini, come sceglierli, dove comprarli e soprattutto perché posserde uno quando la maggior parte dei centri e studi yoga offrono il libero utilizzo dei loro. Che potete tranquillamente utilizzare, sia chiaro.
Credo che il primo motivo d’acquisto di un tappetino sia proprio perché “è nostro”. È bello condividere ma secondo me il tappetino in cui pratichiamo yoga deve essere personale. Soprattutto se lo facciamo con una certa frequenza e se la nostra pratica è piuttosto intensa.
Non smetterò mai di dire che ognuno di noi è diverso e pratica – magari anche la stessa lezione – in modo diverso. C’è chi suda tantissimo, chi non suda affatto ma necessita di un sostegno che non faccia scivolare mani e piedi, chi ha bisogno di un sostegno morbido sotto le ginocchia, chi fa fatica con le posizioni di equilibrio o di forza. Il tappetino è parte integrante della pratica: usando quello giusto, esso ci garantisce stabilità e sicurezza e la nostra lezione diventa semplicemente più piacevole, non dovendo preccuparci di scivolare a ogni vinyasa riusciamo veramente a godere appieno della pratica. State praticando yoga, non surf!
Esistono in commercio vari tipi di tappetini, dai più economici ai più “cool”. A mio parere, non servere spendere un occhio per avere un buon tapptino, cercate di non cadere nella trappola della fascinazione del marketing. Non mentre fate yoga, almeno!
In anni di pratica li ho provati praticamente tutti tanto che ormai so riconoscere la tipologia di tappetino adatto a me.
La prima grande differenza è data proprio dal tipo di pratica: per uno yoga più dinamico (Ashtanga, Vinyasa etc.) è meglio affidarsi a supporti che rimangano ben aderenti al pavimento e che non facciano scivolare assorbendo anche l’eventuale sudore. Se invece la vostra pratica è più statica (Hatha, Yin o meditazioni) vanno benissimo anche i tappetini più morbidi: l’importante è che siano ben aderenti al suolo. Osservate bene anche la vostra anatomia: talvolta la schiena o un coccige prominente richiedono per le posizioni supine un tappetino più alto e morbido, oppure un supporto – tipo una coperta piegata o un ascigamano – da sistemare sotto di voi.
Un buon tappetino è tra i 4 e i 6 mm di spessore: oltre diventerebbe complicato mantenere le posizioni di equilibrio. Esitono tappetini ecologici in gomma naturale (i miei preferiti) che non rilasciano sostanze tossiche ma ricordate che si usurano facilmente. Generalmente ne cambio più o meno uno all’anno, usandolo per la mia pratica personale quotidiana.
Alcuni tappetini hanno un peso notevole, quindi fate sempre attenzione anche a questo particolare: se praticate a casa o se portate il vostro tappetino presso un centro potete optare tranquillamente per qualsiasi scelta, mentre se volete che il tappetino vi segua anche nei vostri viaggi vi consiglio di sceglierne uno più leggero magari pieghevole e con uno spessore attorno ai 2/3 mm.
Considerate anche la manutenzione: per mantenere in forma il tappetino vi consiglio di tenerlo pulito e igienizzato con una certa frequenza. Potete mettere in lavatrice con un lavaggio delicato i tappetini in pvc, invece, quelli in gomma naturale è consigliato pulirli a mano. Basta uno spruzzino di acqua e tea tree e un panno morbido et voilà, il tappetino è pulito, profumato e igienizzato!
Infine, osservate sempre il materiale con cui è realizzato, preferendo materiali naturali, riciclati o che possono essere riciclati. La consapevolezza parte anche da queste cose, da scelte che riscuotono un basso impatto ambientale.
Vi elenco qui di seguito un serie di link per tappetini che trovo interessanti e che consiglio sempre ai miei allievi.
Per pratiche intense
Resistente e naturale (quello che uso ora per la mia pratica)
Leggero, resistente ed economico, solo 3 mm, ottimo da portare in viaggio
☛ Kailash
La linea Element di ReYoga offre diverse soluzioni, anche da viaggio, tutte eco!
☛ ReYoga
Per pratiche più statiche (lavate bene il tappetino prima di usarlo o rimarrà scivoloso!)
Di Decathlon, un ottimo tappetino da viaggio fantastico anche per la pratica di tutti i giorni
Spero che questo post vi sia stato utile, buona scelta e buona pratica!
Namaste.
♥
Avere un proprio tappetino personale e utilizzarlo tutte le volte che è possibile anche fuori casa, in palestra, è fondamentale. Non solo per evidenti motivi di igiene, ma anche per qualcosa di più profondo . Il tappetino, quando facciamo pratica, è il sottile diaframma che separa il nostro corpo dalla madre terra. Uno spazio “sacro”. Una sorta di “coperta di Linus” che ci accompagna e trasmette sicurezza . Un “oggetto transizionale”, come direbbe Donald Winnicott, che è piacevole portare con sè e ritrovare sempre uguale, con lo stesso spessore scelto da noi, con il suo particolare odore, con la sensazione tattile preferita. Mi capita ogni tanto di frequentare palestre che utilizzano orrendi tappetini cicciotti, corti, non pensati per lo yoga ma per ta tradizionale ginnastica a terra. Una sofferenza per l’intera pratica..Alla inevitabile sensazione che siano sporchi si aggiunge una distrazione, un senso di solitudine e di abbandono che rovina il piacere della posizione, del contatto e della “connessione”. il Linus che è in noi vuole la sua coperta, col suo odore e la sua consistenza familiare, materna. Capace di ricordargli mille altre sensazioni piacevoli. E poi non è più divertente riconoscersi membri di una comunità girando per la città con a tracolla un tappetino azzurro arrotolato? Namastè.
Il Linus che è in me ti ringrazia! 🙂