
Rinunciamo alla visione perfetta, spogliamoci delle etichette, delle definizioni, dei ruoli e dei doveri infiniti. Diventiamo persone più semplici, liberiamoci dalle sovrastrutture e dalle definizioni. Scopriamo la nostra unicità e univocità a favore di una nuova visione, una visione più contemporanea, più sobria, più sinergica, contaminata solo dal nostro sentire.
Rinunciamo alla visione perfetta. Rinunciamo con autentico sacrificio, onorando il nostro personale rito sacro in nome di una nuova e più ampia visione di noi. Diamo la possibilità ai nostri occhi di guardare più lontano, di guardare oltre e di “gettare” oltre il loro punto di vista. Diamo la possibilità alle nostre orecchie di ascoltare in modo più acuito. Diamo la possibilità alle nostre mani di accarezzare. Diamo la possibilità alla nostra bocca di sorridere, in silenzio. Diamo la possibilità ai nostri sogni di essere tali, grandi e magnificenti. Diamo la possibilità ai nostri pensieri di manifestarsi in parole scelte con cura e lasciamo che queste parole diventino altro.
Nello yoga, Dristi (la visione) è l’oggetto che cattura la vista, che guida la pratica, che assicura un buon equilibrio e un corretto allineamento, indicandoci la direzione più giusta per il nostro corpo e la direzione più giusta per noi, in quel preciso momento. Dristi ci aiuta a disciplinare lo sguardo che a sua volta rende la mente educata. Drsiti ci insegna che la visione è solo nostra, la nostra visione perfetta di quel momento.
La perfezione esiste. Eccome se esiste. Il nostro corpo è il più grande esempio di perfezione. Ma è una perfezione strutturale, profonda, che non si limita alla superficie. Ogni singolo elemento del nostro corpo concorre, puntualmente e con pervicacia, a far funzionare la macchina-corpo in modo perfetto. La natura è sempre perfetta, anche nella sua imperfezione. La sua bellezza, la nostra bellezza, risiede proprio lì: in quel particolare equilibrio tra perfezione e imperfezione.
Rinunciamo alla visione perfetta, solo così capiremo che la perfezione risiede già in noi. E che le visioni devono essere come i sogni: grandi.
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