Scarabocchiare, in maniera analogica, con carta e matita, aiuta a fissare l’attenzione, a creare il giusto focus. Anche scrivere, prendere appunti, come a scuola. Avete presente quando siete al telefono?
A questa cosa dell’attenzione ci faccio molto caso. Ho come l’impressione che siamo sempre meno attenti, meno presenti, meno consapevoli del nostro qui e ora ma, contemporaneamente, siamo sempre reperibili, sempre col telefono sul tavolo o – incredibile – vicino al tappetino a lezione di yoga. Un atto di generosità inaudita questa della continua e perenne reperibilità. Talmente inaudita che non ci crede nessuno.
Alicudi vista da Filicudi. Vuoi scoprire la bellezza dell’isola più selvaggia delle Eolie? Vieni al prossimo summer yoga break! Andremo ad Alicudi dal 28 giugno al 4 luglio e il tema di questo retreat sarà proprio “Sentire e vedere: una nuova visione”.
Rinunciamo alla visione perfetta, spogliamoci delle etichette, delle definizioni, dei ruoli e dei doveri infiniti. Diventiamo persone più semplici, liberiamoci dalle sovrastrutture e dalle definizioni. Scopriamo la nostra unicità e univocità a favore di una nuova visione, una visione più contemporanea, più sobria, più sinergica, contaminata solo dal nostro sentire.
Rinunciamo alla visione perfetta. Rinunciamo con autentico sacrificio, onorando il nostro personale rito sacro in nome di una nuova e più ampia visione di noi. Diamo la possibilità ai nostri occhi di guardare più lontano, di guardare oltre e di “gettare” oltre il loro punto di vista. Diamo la possibilità alle nostre orecchie di ascoltare in modo più acuito. Diamo la possibilità alle nostre mani di accarezzare. Diamo la possibilità alla nostra bocca di sorridere, in silenzio. Diamo la possibilità ai nostri sogni di essere tali, grandi e magnificenti. Diamo la possibilità ai nostri pensieri di manifestarsi in parole scelte con cura e lasciamo che queste parole diventino altro.
Nello yoga, Dristi (la visione) è l’oggetto che cattura la vista, che guida la pratica, che assicura un buon equilibrio e un corretto allineamento, indicandoci la direzione più giusta per il nostro corpo e la direzione più giusta per noi, in quel preciso momento. Dristi ci aiuta a disciplinare lo sguardo che a sua volta rende la mente educata. Drsiti ci insegna che la visione è solo nostra, la nostra visione perfetta di quel momento.
La perfezione esiste. Eccome se esiste. Il nostro corpo è il più grande esempio di perfezione. Ma è una perfezione strutturale, profonda, che non si limita alla superficie. Ogni singolo elemento del nostro corpo concorre, puntualmente e con pervicacia, a far funzionare la macchina-corpo in modo perfetto. La natura è sempre perfetta, anche nella sua imperfezione. La sua bellezza, la nostra bellezza, risiede proprio lì: in quel particolare equilibrio tra perfezione e imperfezione.
Rinunciamo alla visione perfetta, solo così capiremo che la perfezione risiede già in noi. E che le visioni devono essere come i sogni: grandi.
Un fine settimana di yoga, puro relax e buon cibo in Alta Langa dal 31 maggio al 2 giugno 2019
Un weekend di puro relax, immersi nelle verdi colline dell’Alta Langa, a Cissone, un autentico borgo poco distante da Alba. Il panorama pazzesco che regala quel senso di libertà che solo la natura più incontaminata infonde, sarà il perfetto scenario per le lezioni di yoga e meditazione e il bagno di gong di sabato sera.
Il vuoto. Ecco come descrivo la meditazione. Un momento vuoto. Un momento lunghissimo o breve di vuoto pneumatico. Uno spazio tutto e solo nostro. Un vuoto che si ricerca attraverso il corpo, la respirazione, la postura, il pensiero. Durante la meditazione si usa il corpo, lo si usa come mezzo necessario al raggiungimento dello stato meditativo: si cerca una posizione comoda – fondamentale per evitare i disagi che una postura scomoda potrebbe far insorgere – si porta l’attenzione al corpo, alla postura che deve essere dritta affinché il respiro possa scendere fino alla pancia. Il respiro è un aspetto fondamentale per svuotare la testa. Si respira per cercare il vuoto interno. Si sente il respiro scendere fino alla pancia e risalire per non forzare la mente a non pensare a nient’altro. Il niente. Il nulla. Il vuoto. Il senso di pace della vacuità.
Il mito induista racconta che nella mitologia Indù si credeva che il Gange, il fiume sacro, fosse scaturito da un dito del piede di Vishnu (il conservatore) la divinità indiana cosmica e solare che assieme a Brahma (il creatore) e Shiva (il distruttore) costituisce la triade Trimurti. Il Gange comparve sulla terra grazie alla preghiera del saggio Bhagirathi che proprio in quelle acque disperse le ceneri dei morti.
Gentile deriva da “gens”, che in latino significa famiglia. Curioso, no? Come se la gentilezza si acquisisse per discendenza o per osmosi. In realtà l’etimologia fa riferimento ai modi regali e leziosi delle famiglie nobili, ma è comunque interessante capire il significato per comprendere meglio la forza della gentilezza. Se viviamo in un ambiente gentile, anche noi saremo portati a esserlo. Nulla di più semplice.
Lo yoga nidra è una tecnica di rilassamento cosciente, una meditazione guidata in cui si entra in uno stadio intermedio fra sonno e veglia, dove il contatto tra dimensione conscia, subconscia e inconscia è labile ma continuo. La sensazione di benessere è immediata perché nasce, subito, un equilibrio tra il sistema nervoso e quello endocrino.
Lo yoga nidra rilassa la mente rilassando il corpo. È stato dimostrato che la sua pratica costante è utile nei disturbi in relazione allo stress, rafforza il sistema immunitario, riduce l’infiammazione e il dolore. Un’ora di nidra equivale a circa quattro ore di sonno tradizionale, questo perché gli stadi delle onde cerebrali che si attraversano (beta, alfa, delta e tetha) sono gli stessi che il nostro cervello percorre durante il normale sonno.
Se c’è una cosa che mi piace è l’idea del cambiamento. Alle volte mi piace solo l’idea. Alle volte mi piace l’idea e la sua messa in pratica. Ecco il momento, preziosissimo, in cui l’idea diventa attualità, in cui il pensiero diventa azione, l’astratto diventa reale. È la trasformazione. È lì che le cose prendeono (un’altra) forma.
La trasformazione è già un atto rivoluzionario, perchè rivoluziona le nostre abitudini, scompaginandole, sradicando ogni regola, ogni pregiudizio, pgni apsettativa. La trasformazione è come una centrifuga, e come succede col bucato – con le lavatrici più moderne – possiamo decidere a quanti giri far andare la nostra centrifuga.