
C’è una dea il cui nome significa “fortuna” e che ha come appellativi “bella” e “benevolente”. Da molti considerata la dea ideale, Lakshmi è la dea dell’abbondanza, della luce, della saggezza e del destino, ma anche della fertilità, della generosità, della fortuna, della bellezza e del coraggio.
Iconograficamente viene rappresentata da una stella ottagonale, formata da due quadrati incrociati tra loro le cui punte indicano ognuna una delle otto manifestazioni della dea (abbondanza di santità, di cibo, di coraggio, di ricchezza, di progenia, di vittoria, di conoscenza, di denaro).
Lakshmi rappresenta il femminile (negli uomini e nelle donne), quel femminile generatore e creatore di nuove e soddisfacenti prospettive che, attraverso la grazia e nella presenza, consente il fluire di nuova bellezza e pienezza.
È generalmente ritratta seduta su un fiore di loto, simbolo di crescita e fertilità, perché nasce nel fango ma emerge alla luce in tutto il suo splendore. La dea, spesso rappresentata con un abito rosso dai decori dorati, è raffigurata con quattro mani che incarnano i quattro scopi della vita: giustizia (dharma), sostentamento (artha), piacere (kama) e liberazione spirituale (moksha). Ai suoi piedi vi sono delle monete d’oro che dona in segno di opulenza.
Nella tradizione induista questa divinità femminile è moglie di Vishnu, forza creatrice dell’universo, scelto dalla dea perché unico pretendente forte, centrato e indipendente: proprio come lei.
Lakshmi è l’effige della saggezza, il loto in cui siede indica anche la fortuna derivante dal lavoro, dalla perseveranza, dalla capacità trasformativa del potenziale (il fango) in qualcosa di buono e bello (il fiore). Adorare questa divinità significa ricevere tutta l’energia di cui abbiamo bisogno, compresa quella del denaro, che è un’energia circolare e, se usata senza avidità porta a ridefinire il senso di ricchezza. Non siamo ricchi per quello che possediamo – che il denaro è un mezzo che serve a quello, ad acquisire beni – ma per quello che possiamo fare con quei beni. Per come usiamo quel denaro che è energia esattamente come ogni altra cosa. Ciò che il denaro permette di comprare nasce sempre da un’idea, da un pensiero generatore che si trasforma in qualcosa di altro. E che ha tutto il potenziale per divenire ancora altro, perché l’energia del denaro non riguarda avidamente solo noi ma coinvolge, sempre, tutto ciò che ci circonda.
Lakshmi rinascente sul fiore di loto fece il suo ritorno tra gli dei durante la zangolatura dell’oceano di latte, per assicurare loro buona fortuna e successo dopo che questi ebbero estratto tutti i tesori dall’oceano di latte in seguito a un atto arrogante di Indra (re degli dei, guerriero signore della folgore, del temporale, della pioggia e della magia) che consentì ai demoni la conquista dell’Universo. La prosperità, il successo e l’armonia che Lakshmi riconferì all’Universo è la stessa che può entrare nelle nostre vite, abbandonando tutti quegli automatismi che inibiscono la forza che accresce all’interno della nostra coscienza. Lasciamo il giusto distacco alle benedizioni di Lakshmi che ci chiede di essere autonomi (internamente) e indipendenti, proprio come gli dei che lavorarono per mille anni per estrarre le ricchezze dell’oceano di latte.
Il giorno ideale per invocare questa meravigliosa dea è proprio il venerdì, giorno che anche nel calendario romano era dedicato a un’altra importante divinità femminile: Venere.
Il mantra che richiama Lakshmi è Om Sri Maha Lakshmi Namah, puoi usare questo mantra e ripeterlo quante volte vuoi. Chiedi a Lakshmi. Chiedi all’Universo. Chiedi sempre.
La dea del coraggio saprà ascoltarti.
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